untitled movie pizza

David Shapiro: la sua pizza finisce al Sundance Film Festival

Con una storia d’identità e di gusto, il celebre David Shapiro sceglie di celebrare le icone gastronomiche del suo paese. Protagonista indiscussa del film? La pizza!

C’era una volta in America, anzi, in un’America degli anni ‘90,  una giovane coppia di amici che decise di attraversare la grande Mela armata di sola Handycam. Obiettivo del viaggio? semplice! passare in rassegna i più celebri ristoranti e le più emblematiche icone gastronomiche del posto.  Trent’anni dopo, però, questo stesso goloso e avventuroso progetto sceglie di tornare alla luce, e di farlo, per giunta, sullo schermo del Sundance Film Festival. Si tratta di Untitled Pizza Movie: il nuovissimo film di David Shapiro.

Untitled Pizza Movie: C’era una volta ( la pizza) in America…

Un giovane Shapiro, accompagnato dal fedele amico con cui era cresciuto nel Lower East Side Leeds Atkinson, scelse dunque di produrre una serie low budget dal titolo: “Eat to Win”. La mission, nonché la vision, del progetto video-gastronomico consisteva, infatti, nel trovare lo slice migliore di New York, e perché no, mangiare anche un po’ gratis. Ma non avrebbero mai immaginato, che anni dopo, la stessa trovata avrebbe potuto anche approdare ad uno dei festival di cinema più celebri della storia.

Il vero sogno americano: fare film… e mangiare gratis! 

Girovagando per la città e armati solo di una Handycam, Shapiro e Atkison iniziarono dunque a visitare le pizzerie dei cinque distretti. A tal proposito Shapiro racconta: “Volevo cucire insieme il passato, il presente e il futuro scherzando e divertendoci. Volevamo anche mangiare gratis e fare un film, ma abbiamo visto accadere tutto davanti ai nostri occhi: la città veniva gentrificata molto rapidamente. E alcuni dei luoghi che per puro caso erano legati al cibo, per noi vicini e cari, sarebbero spariti. Quindi volevamo in qualche modo commemorarli e conservarli in video. Non sapevamo esattamente come sarebbe andata, ma sapevamo che sarebbe stata una cosa buona da fare e quindi l’abbiamo fatta”.

Un racconto sulla pizza, ma non solo!

Sono questi dunque gli esordi di Untitled Pizza Movie, l’ultimo lavoro del regista David Shapiro incentrato, come giustamente suggerito  dal titolo, sulla buona cara e vecchia pizza americana… ma non solo.

Una narrazione dai molteplici obiettivi   

Il lavoro di Shapiro, suddiviso in sette parti, tutte presentate e applaudite con vigore al Sundance Film Festival, utilizza infatti la pizza e le pizzerie newyorchesi come oggetto di un racconto, ma le utilizza anche, e soprattutto, come mezzo per narrare temi ben più radicati e complessi come l’identità, lo sconvolgimento causato dalla gentrificazione, il cambiamento costante di una metropoli, la conseguente perdita della memoria collettiva e persino il fallimento.

Non solo un documentario sulla Pizza

Superando i confini del semplice documentario con Untitled Movie Pizza, Shapiro sceglie dunque di analizzare una città che pur essendo rapida nel mutamento e nell’affossamento di un proprio passato, non si separa mai, a conti fatti, dalla tradizione gastronomica e culturale della pizza.

Untitled Movie Pizza: un progetto riscoperto

“C’è un motivo per cui sono tornato a questo progetto. – spiega Shapiro- Abbiamo scelto la pizza per parlare di come cambia una città perché è un prodotto, a conti fatti, molto accessibile. È un’iconica di New York, e qui tutti possono mangiarla. Ecco perché potrebbe anche essere il cibo perfetto per la pandemia. Per 5 dollari puoi gustare un buon pasto, puoi portarla via, puoi prenderne una fetta, puoi entrare e uscire da un locale. Nel cibo c’è amore, c’è una connessione, e la pizza rappresenta un articolo di transazione molto interessante: era un modo divertente e accessibile per parlare di temi complessi”.

La pizza, non si può che riconoscerlo, è un prodotto gastronomico buono da mangiare, bello da osservare e, soprattutto, utile da raccontare! Lode dunque alla meraviglia gastronomica nostrana e, al tempo stesso, d’oltreoceano, e lode a David Shapiro.

s.g

 

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