I tipi di pane esistenti nella nostra meravigliosa Italia sono davvero tantissimi (oltre 250 varietà diverse!) Ogni regione, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, può vantare diversi tipi di pane che sono frutto di una secolare tradizione popolare, ma anche di una sapiente valorizzazione delle materie prime locali. Se al Sud Italia c’è una predilezione per la farina di grano duro, nel Settentrione è quella di grano tenero a essere maggiormente usata per la panificazione. La storia d’amore tra lo Stivale e il pane non è recente, ma ha origini millenarie. Fonti storiche ed archeologiche attestano la presenza di questo alimento sulle tavole degli Etruschi, dei Greci e anche degli antichi Romani. Solo a Pompei si pensa ci fossero 30 panifici e 7 diverse varietà di pane, ognuno realizzato con una farina diversa e realizzato in uno specifico giorno della settimana.
Di seguito troverete una selezione di 20 varietà di pane, una per regione, per ripercorrere la storia della panificazione italiana morso dopo morso.
Valle d’Aosta
La chiamano miassa o miasca e ricorda il dolce francese a base di mais noto come millas. Si tratta di una cialda salata caratterizzata da un impasto molto semplice a base di farina ed acqua (la ricetta antica prevede anche l’aggiunta di latte e burro) che viene versato nel millaseur, una tenaglia con due piastre unte di lardo e poste sulla brace. La miassa solitamente ha forma quadrata.
Piemonte
C’è una secolare tradizione nella zona del Torinese e dell’Astigiano riguardante i grissini stirati. L’impasto attuale consiste in un mix di farina di grano tenero 0 e 00, acqua, lievito, sale e strutto. I grissini stirati non vanno confusi con i robatà che sono più croccanti, meno friabili e tipici delle Langhe. Un’altra varietà di pane tipica piemontese è il pane di Pigna, caratterizzato da un impasto di farina tipo 2 e cosparso di crusca prima di essere infornato.
Lombardia
Il Tirot di Felonica è una focaccia tipica lombarda dal caratteristico odore di cipolla e la cui storia è legata alla tradizione contadina locale. L’impasto è rimasto pressoché invariato nel corso dei secoli ed è a base di farina di grano tenero, cipolla, strutto, lievito, acqua e sale.
Nella zona del Garda invece è il Pan de molche a farla da padrone, un tipo di pane molto nutriente, di colore scuro e dal coinvolgente odore di oliva.
In tutta la regione (specialmente nella zona del Basso Vicentino) viene consumato il Pan biscotto, chiamato così a causa della sua lunghissima cottura (oltre 40 ore) che è anche il motivo della sua capacità di conservarsi sino a 6 mesi (non a caso era il pasto abituale dei contadini).
Friuli Venezia Giulia
Preparato in origine solo in occasione delle feste natalizie, il Pan di Sorc è caratterizzato da un impasto a base di frumento, segale, mais (ovvero il sorc), fichi secchi, uvetta e semi di finocchio. Si presenta come una pagnotta dall’odore di polenta di colore scuro fuori croccante e dentro morbida e gialla.
Emilia Romagna
Nella zona di Mantova e Ferrara viene abitualmente prodotto e consumato il Pane di zucca, caratterizzato da un impasto a base di lievito di birra, sale, zucche lessate e farina di tipo 0.
Toscana
Era consuetudine delle famiglie di contadini preparare il Marocca di Casola, un pane a base di castagne dalla consistenza molto dura e solitamente consumato in abbinamento a miele e formaggi caprini. Il nome marocca viene dal termine dialettale marocat che significa “poco malleabile”.
Marche
La crescia maceratese è un prodotto tipico delle Marche. A seconda della zona assume nomi dialettali diversi (nell’Ascolano viene chiamata “caccia ‘nnanz” ossia “metti prima”, poiché la crescia era usata per capire la temperatura del forno prima di cuocere le pizze).
Umbria
In tutta la regione è diffuso il Pan Nociato caratterizzato da un impasto a base di farina, acqua, lievito, gherigli di noce pelati e pestati, pecorino di Norcia grattugiato, olio d’oliva sale e pepe. C’è anche la variante con l’uvetta.
Lazio
Il Pane Casareccio di Genzano IGP viene prodotto solo nel comune di Genzano ed è caratterizzato da un impasto a base di sale, acqua, cruschello di grano, lievito e farina 0 e 00.
Molise/ Abruzzo
Il Pane senatore Cappelli (chiamato comunemente “pane di cappella”) prende il nome appunto dal senatore Cappelli e si presenta nel formato rotonda o di filone.
Campania
Il pane cafone è quello abitualmente mangiato sulle tavole dei napoletani e dei casertani, anche se esistono altri tipi di pane altrettanto buoni. Si riconosce per il profumo avvolgente e il sapore genuino. Questo prodotto deriva dalla tradizione contadina di cuocere il pane nel forno a legna. Il pane cafone ha una mollica sofficissima e una crosta croccante. Ben si accompagna agli affettati e ai formaggi. La parte finale viene chiamata “cuzzetiello” ed è quella più appetibile la domenica a pranzo, giorno del ragù.
Calabria
In provincia di Reggio Calabria è tradizione mangiare il pane al sesamo (chiamato pane con la giuggiulena). Si tratta di un prodotto di ascendenza araba (non a caso il termine arabo per spezia è giulgiulan).
Sicilia
Il pane nero di Castelvetrano è diffuso su tutto il territorio siciliano. Ha un sapore dolce che ricorda il malto e la mandorla tostata e si presenta fuori duro e di color caffè e dentro morbido e giallo.
Sardegna
Il più famoso tra i diversi tipi di pane sardi è il pane carasau che si riconosce per la sua forma di disco sottilissimo e la sua estrema croccantezza. Il nome carasau deriva dal verbo carasare che in dialetto sardo significa tostare.
m.s.