Storia della pizza marinara

Storia della pizza marinara

Tradizione e semplicità

Presente nei menù delle pizzerie di tutta l’Italia, e anche di quelle in giro per il mondo, la pizza marinara è una delle pizze più note e apprezzate della nostra tradizione.

La marinara è stata la seconda pizza della tradizione napoletana a ricevere un nome proprio: la prima, la seicentesca pizza “Mastunicola” farcita con formaggio, sugna e cigoli di maiale è caduta in disuso poiché eccessivamente calorica. I racconti popolari fanno risalire l’origine della pizza marinara ai primi decenni del 1700, come pasto gradito ai marinai napoletani di ritorno dalle uscite in barca (da qui il suo nome) che consumavano un tipo di pizze <<più ordinarie, dette coll’aglio e l’oglio, han per condimento l’olio, e sopra vi si sparge, oltre il sale, l’origano e spicchi d’aglio trinciati minutamente.>>  (Francesco de Bourcard, Usi e costumi di Napoli). Talvolta, se la pesca era stata abbondante, vi si aggiungevano anche acciughe o “cicinielli” (anche detti novellame), e quando poi il pomodoro cominciò ad essere più comune anche sulle tavole dei ceti più umili la marinara si evolse in quella che consumiamo tutt’oggi.

La pizza marinara è una delle tre versioni di “Pizza Napoletana” denominate con il marchio S.T.G. (Specialità Tradizionale Garantita) dal Regolamento UE n.97 del 2010 della Commissione Europea, che ne descrive in modo tecnico e dettagliato gli ingredienti, il processo di preparazione dell’impasto, la farcitura e la cottura. Per essere considerata tale, la marinara deve essere farcita da 70 g a 100 g di pomodori pelati frantumati, sale, un pizzico di origano, uno spicchio d’aglio a fettine e 4-5g di olio extra vergine d’oliva. Semplice, economica e mediterranea, la pizza marinara è un’icona di italianità, che riesce a soddisfare anche i palati più raffinati e ad accontentare vegani ed intolleranti al lattosio, che possono godersi un’autentica pizza napoletana senza sacrificare il gusto.

Occhio però agli ingredienti! Leggendo i menù di varie pizzerie, spesso in zone turistiche o all’estero, non è raro imbattersi in “rivisitazioni” di questa pizza che prevedono condimenti come frutti di mare, pesce e molluschi, salmone affumicato o addirittura tonno in scatola. Queste versioni possono essere considerate un errore di lettura o traduzione del nome della marinara che viene confuso con la pizza “alla” marinara. Servono solo pochi e semplici ingredienti per godersi un’autentica pizza napoletana: la pizza marinara

 

g.a.

 

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