Se dovessimo immaginare due linee che verticalmente e orizzontalmente dividono la Regione Puglia, l’incrocio tra queste cadrebbe esattamente nel cuore della Valle d’Itria, dove sorge il Salumificio Santoro: l’azienda della famiglia Santoro, conosciuta e stimata per aver dato nuova luce a un prodotto come il Capocollo di Martina Franca, importante salume dell’arte norcina del sud Italia sin dal Regno di Napoli. Grazie alle loro scelte che uniscono tradizione e territorio alla cura dell’immagine e del servizio al cliente, sono presenti con i loro salumi artigianali nelle migliori pizzerie d’Italia e non solo, vista anche la crescente attenzione da parte dei pizzaioli nella scelta dell’ingrediente autentico. E così il capocollo, il prosciutto all’acqua di mare e il filetto lardellato sono finiti sulle creazioni di Francesco Martucci, Pier Daniele Seu e Ciro Salvo, solo per menzionare i nomi più noti ad appassionati ed addetti ai lavori.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Angela, una delle due figlie di Giuseppe, il fondatore dell’azienda, che con la sorella Micaela quotidianamente gestisce ordini e scelte commerciali, cura i clienti e spedisce i migliori prodotti nelle pizzerie di tutta Italia. Emergenza e quarantena hanno colpito ogni settore e realtà produttiva in ambito gastronomico, e con lei abbiamo voluto fare una sorta di consuntivo del 2020 per capire quali scelte abbiano consentito di limitare i danni dal punto di vista economico e logistico.
“Gli effetti dell’emergenza si sono manifestati sin da subito: abbiamo infatti registrato uno stop degli ordini da parte della maggior parte dei nostri clienti italiani e, con qualche giorno di ritardo, anche da parte di quelli residenti all’estero, ed il calo del lavoro è stato considerevole in relazione al fatto che la maggior parte dei nostri clienti opera nella ristorazione. A livello logistico abbiamo dovuto affrontare rallentamenti nelle spedizioni e la problematica legata alla mancata copertura di alcune zone, ed abbiamo cercato di andare incontro ai nostri clienti anche con consegne con i nostri mezzi”. Sin dalle prime parole Angela conferma quanto registrato praticamente in ogni area del nostro paese all’inizio della pandemia: diminuzione del lavoro e complicazioni di natura logistica, che hanno avuto ripercussioni anche per quel che concerne la gestione delle risorse: “Abbiamo fermato la produzione da aprile e dovuto attivare la cassa integrazione, cercando di contenere i costi variabili in previsione di entrate caratterizzate da una forte contrazione. Utilizzo una metafora secondo me calzante: è come se in una gara in cui correvamo a tutta velocità qualcuno all’improvviso ci avesse messo uno sgambetto facendoci capitolare, e parlo di tutta l’Italia, che stava godendo di un momento a mio modo di vedere poderoso. La caduta fa male, specie in relazione alla velocità a cui andavamo, ma la forza e l’allenamento che ci hanno portati ad ottenere quelle prestazioni non vengono cancellati da un giorno all’altro”.
Come superare le difficoltà? Sicuramente avendo fiducia nell’aiuto delle istituzioni, il privato da solo non può farcela in una crisi mondiale come quella che stiamo attraversando. “Gli aiuti sono importanti ma non sempre sufficienti, coprono solo alcune delle risorse e nemmeno in modo adeguato e tempestivo in alcuni casi. C’è bisogno di tenere le idee sempre in movimento e di cercare nuove possibilità per le proprie aziende, essere pronti ai cambiamenti e credere nel futuro, anche quando sembra che non ce ne sia uno. Non è così.”
Per alcuni professionisti del settore l’emergenza si è infatti trasformata in opportunità, grazie a nuovi scenari di business o lo sviluppo di particolari idee commerciali, come avvenuto per il Salumificio Santoro: “Abbiamo visto un significativo incremento delle vendite sul nostro shop online, che abbiamo implementato da tre anni a questa parte, credendoci quando era forse ancora prematuro. Oggi raccogliamo un incremento del 300% arrivando nelle case dei nostri affezionati clienti, siamo piacevolmente sorpresi e questa tipologia di consumo è rimasta costante per tutto l’anno con un picco fatto naturalmente registrare in occasione delle festività”.
Ipotizzare scenari futuri è difficile a causa della perdurante incertezza, ma in questo caso con il supporto dei numeri e delle serie storiche si può guardare al futuro cercando di orientarsi con maggiore consapevolezza: “Per noi il momento più importante dell’anno è sempre stato il Natale, con le strenne che vengono scelte da aziende, negozi e clienti finali per i loro clienti, amici e cari. Questo Natale ha fatto registrare un ritorno alla quasi piena normalità dal punto di vista economico anche grazie alle nuove opportunità di business come l’e-commerce, e questo ci porta ad essere speranzosi riguardo il possibile ritorno alla piena normalità in tempi non troppo lunghi”.
l.s.