Professionalità e innovazione: il “caso” Inpact

Diego Rubino, general manager dell’azienda, racconta come lavorare in modo innovativo e sostenibile

Il ricordo di bambino relativo alla pizza ricevuta a casa tramite il servizio che ora chiamiamo Delivery, ma che un tempo era indicato con il più folkloristico “ragazzo delle pizze”, è rappresentato dall’immagine di un contenitore di cartone che giungeva a casa rigorosamente piegato o peggio ancora bagnato a causa della fuoriuscita di pomodoro o dell’acqua della mozzarella. La stessa che poi tendeva, con il drammatico scorrere dei secondi, a divenire un tutt’uno con il materiale cartaceo, per un risultato finale che spesso portava a nominare ad alta voce il santo patrono delle consegne (sempre che nei sia confermata l’esistenza). Parliamo di un lasso di tempo importante, circa 35 anni fa, che lascerebbe sperare in grossi passi in avanti fatti in materia di consegne ma soprattutto di contenitori e materiali utilizzati, ma nella maggior parte dei casi purtroppo capita di ricevere, ancora oggi, il “cartone delle pizze” in condizioni piuttosto critiche.

C’è però chi da tempo combatte questo malcostume, dettato spesso dalla voglia di risparmiare sui materiali e dalla scarsa conoscenza dell’impatto negativo degli stessi dal punto di vista della salute. Parliamo di Inpact, azienda giovane e dinamica, che da 30 anni segue un progetto di ricerca che le consente di offrire le migliori soluzioni per conservazione, il trasporto, l’immagine, avendo cura di cercare sempre il miglior rapporto qualità/prezzo. Diego Rubino, general manager dell’azienda, ha descritto in maniera estremamente precisa lo stato dell’arte di un settore, quello delle consegne a domicilio, in particolar modo delle pizze, che sta cercando di adeguarsi alle moderne esigenze.

L’importanza dell’innovazione

Quasi 30 anni di carriera nel settore fanno di Diego un grande esperto in materia di imballaggi ma soprattutto di innovazione, strada che persegue da tempo e che a suo avviso è imprescindibile nell’attuale momento storico: “Sono sempre stato attratto dall’innovazione e dalle molteplici applicazioni possibili soprattutto nel mio settore. La qualità dei materiali attualmente disponibili ed i grandi passi in avanti fatti in ambito tecnologico infatti permettono di poter ideare e realizzare contenitori veramente all’avanguardia”. Uno sviluppo che ha richiesto tempo e dedizione: “Ho fatto numerose ricerche per individuare le migliori soluzioni tecnologiche, in modo da poter proporre al mondo della pizza, quello che conosco meglio, un prodotto innovativo sotto ogni punto di vista e che consentisse di valorizzare al meglio il prodotto da trasportare”.

In Inpact abbiamo studiato i due elementi più utilizzati sul mercato, la carta e la plastica, cercando una sinergia che consentisse di superare i limiti di entrambi per dar vita ad un prodotto unico. La carta segue logiche di stampa e canoni estetici particolari ma non ha la capacità di isolare; la plastica dal canto suo ha altri difetti che non consentono di utilizzarla in purezza. La soluzione è rappresentata da un sottilissimo foglio di poliestere che accoppiato alla carta ci consente di ottenere un contenitore che si posiziona nella classe A per quel che concerne le dinamiche legate al riciclo”. Una soluzione tecnologicamente avanzata che comporta inevitabilmente costi differenti, non sempre visti di buon occhio da chi deve acquistare i contenitori: “Ci scontriamo nel nostro paese con un problema culturale: servirsi di un contenitore che costa soli 9 centesimi e che è nocivo per la salute è a dir poco dannoso. Non si tratta solo di un discorso economico legato alla volontà di risparmiare, ma soprattutto di etica poiché ci si disinteressa delle conseguenze per la salute dei clienti”.

La pizza perfetta

L’innovativo contenitore che può contare su ben 7 brevetti (dall’incastro alla palettina per il recupero della pizza avanzata) si inserisce in un contesto di mercato ecologico, un contesto cari ai giovani e soprattutto all’estero: “Negli altri paesi c’è una diversa cultura del lavoro, c’è il rispetto per la professionalità e la qualità. Abbiamo clienti negli USA, in Spagna, in Inghilterra, ad Hong Kong, in Lituania e Polonia. Ma devo ammettere che per fortuna ci sono anche tanti pizzaioli a Napoli, in Campania e in tutto il nostro paese che hanno compreso l’importanza d’avere a disposizione un contenitore di questo tipo”. A Diego piace ricordare la prestigiosa partnership con l’Associazione Verace Pizza Napoletana, la cui proficua collaborazione è esplicata dalle parole che il presidente Antonio Pace proferì a Rubino: “Una pizza deve arrivare a casa calda e umida, non secca e fredda”, a testimoniare l’ottimo lavoro fatto da Inpact.

Siamo partiti con un contenitore che la gente apprezzava principalmente per la sua bellezza, ma ora per fortuna ne colgono l’importanza e la capacità di poter trasportare il cibo in maniera salutare” aggiunge Diego, che chiude la nostra chiacchierata con queste parole: “Il nostro prodotto è studiato per esaltare lo splendido lavoro artigianale fatto dai maestri pizzaioli”.

l.s.

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