Pizzeria Italiana Espressa, quando un’idea sa di buono

Pizzeria Italiana Espressa, quando un’idea sa di buono

Molto spesso quando in ambito gastronomico si parla di “catena” tendiamo ad associare questo termine ai fast food d’oltreoceano, al junk food e a tutto ciò che non rientra nei cibi di qualità. La replicabilità viene sovente strutturata su materie prime non di primo livello in modo da poter dar vita a realtà aziendali estremamente efficaci dal punto di vista economico. Ci sono però anche esempi di brand che hanno saputo costruire il proprio successo sulla capacità di portare in ogni angolo del mondo piatti eccelsi, basti pensare al marchio “Da Michele in the world”.

 

Pizzeria Italiana Espressa

Sempre dal mondo della pizza proviene una nostra recente e piacevole scoperta, quella di Pizzeria Italiana Espressa. Il particolare momento storico caratterizzato da estrema incertezza in alcuni casi ha solo rallentato ma fortunatamente non del tutto bloccato alcuni progetti come quelli del nuovo centro commerciale Maximo situato in zona Laurentina a Roma. Qui, all’ultimo piano, in una sorta di paradiso per gli amanti del cibo (d’ogni tipo e provenienza) c’è la nuova pizzeria di questo brand ideato da Vincenzo ed Enzo, napoletani e gastronauti per eccellenza, che hanno deciso di portare avanti con Pizzeria Italiana Espressa la tradizione di un impasto napoletano lievitato a lungo e fatto solo di farine biologiche o integrali macinate a pietra a cui ci aggiungono l’audacia di una scelta lasciata al cliente, che può infatti scegliere il condimento e tutti gli ingredienti.

 

Gusto e design

Neon color fucsia, tavoli in marmo, pavimenti che richiamano epoche passate: ogni elemento contribuisce a creare un ambiente davvero bello a prima vista, un locale che richiama gli anni ’50 ed alcune location in stile americano, uno spazio luminoso con un grande bancone posizionato all’entrata e una serie di insegna che svelano il concept di PIE (acronimo di Pizzeria Italiana Espressa). Oltre ad un menu con alcune pizze classiche infatti, il cliente ha la possibilità di costruire la propria pizza, scegliendo l’impasto, la base (bianca, rossa o verde in relazione al tipo di sugo) e tutti gli ingredienti per dar vita al connubio di gusti che preferisce. Materie prime italiane, la suddivisione in macro categorie (latticini e proteine) e una piccola carta dei fritti completano l’esperienza iniziale da PIE.

 

La prova d’assaggio

Quando non si vive nella propria città d’origine la “nostalgia gastronomica” è sempre dietro l’angolo, e quindi i nostri progetti relativi alla costruzione di una pizza sono immediatamente saltati quando nel menu del giorno abbiamo individuato la “Salsiccia e friarielli”. Prima d’assaggiarla però abbiamo gustavo delle buone crocchette ed una frittatina di pasta caratterizzata da una prevalenza del sapore del salame. Siamo quindi passati alla nostra pizza, davvero sorprendete sotto molti punti di vista: ottima cottura, impasto caratterizzato da un cornicione pronunciato ma non eccessivo e soprattutto ben alveolato, un gusto piacevole ed autentico della verdura ed un risultato complessivo al palato davvero gradito. Se l’obiettivo è quello di portare nelle tavole di tutta Italia (o almeno dove sono presenti i vari punti vendita) una pizza che possa esser considerata “napoletana” allora possiamo dire che PIE è riuscita appieno nel suo intento!

 

l.s.

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