Due chiacchiere con il pizzaiolo social Errico Porzio

Due chiacchiere con il pizzaiolo social Errico Porzio

Poche cose destano maggiore curiosità di una lunga fila di persone in attesa fuori a un locale. Tra gli imprenditori della ristorazione c’è anche chi, in occasione di eventi speciali e inaugurazioni, coinvolge modelli dietro compenso. In America sta acquistando sempre maggiore successo la app Surkus, che alimenta proprio quest’attività di crowdcasting, permettendo di bypassare le agenzie di pubbliche relazioni.

E poi c’è chi la fila la attira naturalmente, grazie alla qualità delle sue proposte, a un’identità ben costruita e a una buona comunicazione social. Oggi ci spostiamo a Soccavo un quartiere alla periferia di Napoli  per visitare la pizzeria di Errico Porzio. Settanta posti a sedere e una immancabile fila in qualsiasi giorno della settimana. Il segreto di questo successo? Aver definito un’identità precisa e averla comunicata efficacemente sul web, tanto da far conquistare a Errico l’appellativo di pizzaiolo social

Classe 1978 e una lunga gavetta nella storica pizzeria napoletana Pellone, Errico ha cominciato la sua avventura imprenditoriale nel ‘99 con una pizzeria d’asporto a Soccavo: «solo nel 2013 – ricorda Errico – abbiamo avuto la possibilità di ampliare e ristrutturare il locale creando una pizzeria con circa 70 posti a sedere». Ed è a questo punto che è iniziata la sua attività social: «da quando abbiamo abbiamo inaugurato la nuova sala, abbiamo realizzato alcuni video per promuovere le nostre pizze speciali. Alcune proposte sono diventate virali, raggiungendo picchi di visualizzazioni impressionanti. Tra queste la pizza Poker – la specialità con quattro gusti presentata anche all’edizione 2017 del Napoli Pizza Village –  e la pizza Kellalà, con il cornicione ripieno di polpettine. Si tratta di creazioni innovative, ricche, golose, che nell’epoca del food porn attirano molto. Noi le abbiamo pensate e lanciate anni prima ma attraverso i social sono diventate famose in tutta la Campania e anche fuori». 

Oggi il locale del pizzaiolo social Errico Porzio lavora a pieno regime, intercettando tipologie di pubblico eterogenee: «la nostra pizzeria è frequentata da una doppia fascia di clienti, dai giovani ai meno giovani. Nella prima parte della serata, dalle 19.30 alle 21, il locale è frequentato per lo più da famiglie e da persone di una certa età, maggiormente orientati verso le specialità della tradizione. In seconda serata arrivano i giovani, anche dalla provincia. Sono proprio loro che vanno alla ricerca delle nostre proposte più creative».

Il lavoro di Errico si racchiude in tre parole chiave: umiltà, tecnica, creatività: «essendo una  pizzeria di quartiere per arrivare al successo dovevamo distinguerci in qualche modo. Noi ci siamo identificati in una tecnica dell’impasto studiata nei minimi dettagli, nella selezione di ingredienti di alta qualità e nella creatività, che ci ha portato a realizzare proposte inedite che ancor oggi destano curiosità. Oggi la pizzeria attira centinaia di clienti al giorno ma, proprio come agli inizi, resto ancora io al banco».

A condire il tutto un’inguaribile passione, che porta Errico a condividere la sua esperienza con i giovani aspiranti pizzaioli: «oltre al lavoro di pizzaiolo mi occupo di formazione da sette anni. Con i giovani lavoro spesso e a loro ricordo sempre che la passione è la chiave di questo lavoro. Il mestiere di pizzaiolo richiede tanti sacrifici, che solo un amore per questa professione può spingere a fare. Senza passione non riesci a fare niente o resti uno qualunque».

Non solo un mezzo per ottenere visibilità, i social rappresentano la base per costruire una rete sana di rapporti, fondata su iniziative a vantaggio degli altri. E di iniziative nel campo del sociale Errico ne segue tante, dallle campagne di sostegno alle vittime del terremoto di Amatrice alle iniziative di formazione rivolte ai giovani diversamente abili: «non le pubblicizzo per me ma per coinvolgere anche gli altri e costruire, tutti insieme una rete sana, fondata su professionalità e apertura».

 

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