La pizzeria Piz è la dimostrazione che anche (e soprattutto) il massimo rigore dell’impostazione di un locale può determinarne il successo. Ed in questo caso si tratta di un successo clamoroso. Almeno a giudicare dalle lunghissime file – contingentate- costantemente davanti all’ingresso. Con i clienti in attesa, poi coccolati dai camerieri. Quei camerieri che escono in continuazione per offrire un po’ di pizza calda e un bicchierino di prosecco a chi sta aspettando.
Anche tale aspetto spiega perché Piz sia sempre tra le più quotate di tutta Milano. Il servizio e l’accoglienza costituiscono il principale motivo per cui un cliente affezionato torna e si da il via al passaparola. D’altronde, si torna sempre dove si è stati bene.
Il rigore di questa pizzeria sta nel proporre soltanto tre pizze, fisse. E con ricette scarne e rigorose dai pochi ingredienti ma di estrema qualità. D’altra parte si tratta di materie prime tracciabili, tutte DOP o Presidi Slow Food.
Per tutte l’impasto è il medesimo, leggerissimo, ben lievitato e alveolato, cotto alla perfezione, spumoso e fragrante.
Sono solo tre le pizze proposte. Parliamo della Marinara, della Margherita e una pizza Delicata Bianca Special. Quest’ultima consiste in una farcitura di fiordilatte, olio EVO e spolverata di parmigiano. Cui si aggiungono semi di papavero e filini di erba cipollina, scatenando inaudita ghiottoneria.
La serietà ed il rigore del progetto vengono testimoniate anche dalla grandissima cura dell’arredo. Infatti si tratta di un’ autentico concept ispirato alla pop art di matrice più fumettistica. E lo con un dichiarato omaggio all’artista Keith Haring e ai suoi omini radianti. Intenti a portare innesti di ipercromatica metropolitana nella freddezza urbana della città .
Tutto ciò ha di una sensibilità che spiega l’empatia che il locale riesce ad esprimere. È facie che ci si passi del tempo piacevole, immersi nel calore umano, gustando cibo autentico. Sono tutti elementi preziosi, rari da trovare tutti insieme nel capoluogo lombardo.
