Allo stato attuale, più della metà degli italiani ha appena completato l’intero iter vaccinale. Anche la pressione sugli ospedali è decisamente diminuita, così come sono in diminuzione i decessi. La situazione potrebbe quasi definirsi in netto miglioramento, eppure, precauzioni decisive appaiono, purtroppo, ancora necessarie e così la nuova svolta del Green Pass.
Quando occorre e quando non occorre il green pass?
Il Commissario all’emergenza Francesco Figliuolo, di fatto, l’aveva lasciato intendere: dopo la Francia, sarebbe spettato all’Italia. Ed eccoci qui. Il Green Pass è ufficialmente obbligatorio anche in Italia; soprattutto per accedere ai ristoranti. Ma scopriamo bene in quali casi occorre e in quali no.
L’intervento di Mario Draghi circa il green pass
“L’economia italiana va bene – aveva appena dichiarato in conferenza stampa il Presidente del Consiglio Mario Draghi – ma la variante Delta del virus è minacciosa perché si espande più rapidamente e i provvedimenti presi sono importanti”. È questa, dunque, la motivazione ufficiale che giustifica la necessità di un green pass d’obbligo per accedere alla ristorazione. Tuttavia ci sono delle eccezioni.
Quando non serve il green pass?
Il governo ha sì approvato il decreto che impone, anche in zona bianca, di presentare il green pass per accedere a spettacoli, manifestazioni sportive, palestre, ristoranti e bar, tuttavia, si rende specifica la necessità di tale precauzione solo per accedere alle sale interne e ai tavoli. Green pass dunque solo per i locali interni, ad eccezione della consumazione a banco, e non per i tavoli all’esterno. Ma come si ottiene questo così discusso certificato verde?
Come ottenere il green pass?
Se non si è completato il percorso di vaccinazione e se si è quindi sprovvisti, il green pass lo si può ottenere mediante un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti, oppure, con la guarigione. Ma anche in questo caso c’è un’ulteriore possibilità da vagliare. Pare, infatti, che per ottenere adesso il green pass, che sarà obbligatorio ufficialmente dal 5 agosto, basterà inizialmente anche una sola dose di vaccino, da settembre, invece, ne serviranno due.
Una misura necessaria?
Nonostante il malcontento generale dei cosiddetti no vax o free vax, pare che questa misura sia stata necessaria proprio per tutelare, e non di certo per ostacolare, l’attività della ristorazione. “È una misura che consente di mantenere tutta l’Italia in zona bianca – spiega il governo – con i vecchi parametri alcune regioni sarebbero dovute tornare in zona gialla già da venerdì – nonostante l’aumento di contagi, specie da variante Delta. Ora, invece, a contare non sarà più l’indice Rt ma sarà il tasso di ospedalizzazione in area medica e in terapia intensiva, con percentuali del 15% per i reparti medici e del 10% per le terapie intensive per recedere in zona gialla (per andare in arancione 20% terapia intensiva e 30 % area medica)”.
Come deve organizzarsi il settore della ristorazione?
Dato che il Governo ha prorogato lo stato di emergenza fino alla fine del 2021, come occorre dunque organizzarsi? E come deve farlo, in particolar modo, il settore della ristorazione? Sul fronte logistico pare, infatti, che spetterà in prima persona ai ristoratori l’onere di organizzarsi di conseguenza. Non a caso, alcune start-up stanno già lavorando su questo aspetto! proprio per sviluppare nuovissime piattaforme in grado di verificare la validità del green pass anche in sola fase di prenotazione e snellire così l’intero iter.
Per chi e cosa è necessario il certificato?
Chi vivrà… vedrà. Ad oggi, in ogni modo, è da tenere conto che il certificato verde risulta dunque obbligatorio dal 5 agosto per tutti i cittadini al di sopra dei 12 anni.che intendono accedere alle sale interne di un ristorante e consumare al tavolo. Ma non solo. Certificato necessario anche per manifestazioni sportive, palestre, spettacoli e probabilmente, in un futuro non troppo lontano, anche per accedere ai mezzi di trasporti.
Cosa fare se si hanno problemi con il green pass
Nell’attesa non resta dunque che studiare, valutare le esigenze e agire di conseguenza. Si rende inoltre noto, che se si hanno problemi con il green pass a causa delle recenti e numerose falle burocratiche, c’è un numero apposito a cui telefonare per chiedere assistenza. Si tratta del 1500 e dovrebbe essere attivo tutti i giorni 24 ore su 24.
Cosa fare nell’attesa?
Nell’attesa di ulteriori specifiche non resta dunque che aggrapparsi al caro colore verde, e non solo a quello del certificato, ma a quello di una nuova speranza; la speranza di non dover più ricorrere a tali provvedimenti e di poter tornare a godere, con spensieratezza e ritrovata naturalezza, il caro, carissimo mondo della ristorazione.
s.g