L’erbazzone, il rustico “verde” di Reggio Emilia
Credits: Carpifood

L’erbazzone, il rustico “verde” di Reggio Emilia

L’erbazzone reggiano potrebbe sembrare, all’apparenza, un piatto vegetariano, ma non è proprio così…

Che cos’è l’erbazzone?

L’erbazzone nasce nella città di Reggio Emilia ed è una torta salata ripiena di erbe, considerato ormai una specialità gastronomica del territorio a tutti gli effetti. In dialetto emiliano lo chiamano “scarpasòun” ed è una vera sorpresa scoprirne tutti gli ingredienti. Essendo un piatto importante della tradizione reggiana, al suo interno troviamo naturalmente formaggio Parmigiano Reggiano in quantità!

Ma andiamo per strati…

L’erbazzone è composto da un primo strato di pasta che fa da base alla torta salata: la cosiddetta “Foieda” viene preparata con acqua, farina e strutto. La lavorazione della pasta, naturalmente, è un passaggio fondamentale per cucinare il vero piatto tradizionale. 

Il ripieno è formato da bietole lesse o spinaci lessi, conditi e insaporiti in più passaggi con scalogno, aglio, uovo, cipolla, prezzemolo tritato, pepe nero e parmigiano reggiano in quantità (in alcune ricette si utilizzano sia spinaci che bietole). Nella “versione montanara” di Castelnovo ne’ Monti-Carpineti le mondine aggiungevano anche il riso raccolto nelle risaie, per un risultato molto gustoso e soddisfacente. 

Nello strato superiore di pasta, che chiude il ripieno, si spennella con tuorlo d’uovo e, a dieci minuti circa dalla fine della cottura, si aggiungono anche pezzetti di lardo e di strutto di maiale.

Dal Medioevo al moderno fingerfood

La sua origine si fa risalire al Medioevo, periodo in cui è avvenuta la sua diffusione tra le famiglie più umili.

I contadini, infatti, utilizzavano la verdura di stagione per cucinarlo: nella versione povera il ripieno era composto dalla “scarpa” della bietola, la parte bianca e più dura. A questa tradizione, infatti, si fa risalire la versione dialettale del nome: “scarpazzone”.

Oggi ci sono tante versioni di questo piatto, considerato un rustico tipico del territorio e vanto della tradizione culinaria reggiana: è diffuso in Emilia-Romagna quanto la piadina, che è proprio uno dei simboli della regione. Visto l’enorme successo e la grande richiesta, alcune versioni moderne semplificano la ricetta, utilizzando lo stesso ripieno con la pasta sfoglia. 

Gli “erbazzoncini” si possono considerare i figli dell’erbazzone: hanno lo stesso ripieno ma vengono fritti nello strutto.

Nel resto d’Italia ne esistono molte varianti, ma il nome “erbazzone” e la ricetta tradizionale rimangono meno conosciute. Il piatto, sicuramente rivisitato, gode di una certa fama anche all’estero. 

Tagliato a pezzi quadrati è assolutamente un signor cibo da strada, che nel ripieno ha tutta la tradizione reggiana, nel vero senso della parola. Come si raggiunge la perfezione? Con un bicchiere di lambrusco. 

a.t.

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