Cos’è il Bubble Tea? Semplice! Lo dice la parola stessa: un tè… con le bolle! Ma cos’è in realta questa particolare bevanda? Il Bubble Tea è un vero e proprio cibo di tendenza, una bevanda sempre più nota e richiesta soprattutto dai giovani millenial del nostro Paese.
Bubble Tea: Dalla Cina con furore
Nato in Cina, per la precisione nella Taiwan degli anni ’80, e diffusosi a macchia d’olio per le altre località dell’Asia e per il Nord America, il Bubble Tea si conferma tutt’oggi come una richiestissima bevanda a base di tè nero, olong o verde, sciroppo alla frutta o latte e, infine, topping di marshmellows, sferette scoppiettanti di frutta, le popping bobas, o perle di tapioca.
Un po’ di numeri
Secondo un report di Fortune Business Insights, infatti, il mercato globale di tale bevanda potrebbe raggiungere entro la fine del 2027 anche un valore di 3,39 miliardi di dollari. A confermarne il successo ci sarebbero, inoltre, i 1,4 milioni di euro di fatturato di Frankly, la prima catena a diffondere il drink.
Bubble Tea e materie prime naturali
Raccontano i fondatori di Frankly, Franco Borgonovo e Lati Ting: “Quando abbiamo iniziato nel 2017, entravano nei nostri negozi quasi esclusivamente under 25, ma negli ultimi anni iniziamo a vedere anche over 30, incuriositi dall’aumento della notorietà del prodotto. Il Bubble Tea si è portato dietro per alcuni anni lo stigma di bevanda iper zuccherata, ma questo non è necessariamente vero: dipende tutto dalla qualità degli ingredienti e dalla preparazione. Noi, ad esempio, scegliamo solo materie prime naturali (in sostanza, bandiamo bustine o aromi artificiali) e permettiamo una completa personalizzazione del drink, che può anche essere completamente sugar-free. Insomma, quasi sempre i nostri drink sono meno calorici di un gelato”.
Internazionalità ed inclusione
“L’idea è nata da un’esigenza di Lati: aveva imparato a bere il Bubble Tea in Canada – continua Franco Borgonovo- non trovava in Italia nessun punto di riferimento in cui trovare un prodotto di qualità alta e affidabile. Così ci siamo detti: perché non creare noi lo Starbucks del Bubble Tea? Così è nata Frankly. E anche oggi, ci piace conservare questo spirito di internazionalità, inclusione e apertura verso il mondo: nel nostro team lavorano persone da oltre 10 nazionalità diverse e si parla l’inglese come prima lingua corrente. E altrettanto inclusiva è la nostra clientela”.
s.g