Con una pizza innovativa, e soprattutto, sostenibile Alessandro Facci segna, finalmente, una clamorosa svolta nel mondo del gusto, della pizza e nel settore della ristorazione.
Il racconto di Alessandro Facci
“La mia prima pizza – racconta infatti Alessandro Facci – fu sfornata nell’Ottobre del 2001. Avevo 15 anni, il carattere estroverso di chi passa i primi sei anni della propria vita a contatto con i clienti del bar dei nonni e la voglia di togliersi i primi sfizi senza dipendere troppo dai genitori. Non ricordo se in quei primi giorni di lavoro pensassi già al mio futuro, ma ora so che il futuro è diventato il mio primo ingrediente!”
L’intraprendenza di un giovane pizzaiolo
Già questo racconto la dice lunga sulla storia e sul geniale percorso di un intraprendente e coraggioso pizzaiolo. Percorso di successo, ma non provo di gavetta, di cui lo stesso Alessandro ama infatti raccontare. “Nel 2012, dopo anni di affiancamento con professionisti del settore, decisi di aprire “Facci La Pizza, un concetto diverso (ovviamente al tempo) di pizzeria d’asporto. Si trattava di un locale elegante – aggiunge infatti Alessandro — lontano dal solito format e che aveva l’obiettivo di portare una ventata d’aria fresca nel settore della ristorazione”
Alessandro Facci: L’evoluzione dell’asporto
L’asporto, in quell’epoca, era visto un po’ come un’ultima opzione. “Secondo il mio punto di vista – continua infatti Alessandro – l’asporto era quasi l’ultima scelta, dopo il ristorante o la pizzeria con posti a sedere. Volevo quindi dargli una luce mia, una luce personale. Entrando poi in un paesino saturo di pizzerie, decisi anche di proporre abbinamenti con carne di bisonte, cervo e cinghiale”.
Il coraggio di Facci
Un tipetto avventuroso e coraggioso Alessandro Facci, un ragazzo che avrebbe dunque voluto spingere il cliente ad altrettanto coraggio e ad allontanarsi dal porto sicuro per raggiungere nuove gustosissime mete. “Intrapresi questo cammino con l’aiuto di mio fratello di sei anni più giovane — spiega infatti a riguardo — Entrambi mantenemmo per il primo anno i nostri lavori principali chiedendo un part-time per poter dedicare il restante tempo della giornata alla nostra realtà”.
Alessandro Facci e l’inaspettato clamore
Ma è risaputo, non tutto va sempre come previsto. Anzi, quasi mai. E così fu anche per il coraggioso Alessandro. “Sin dalla prima sera tutto però sconvolse i nostri piani: il clamore di questa pizzeria “diversa” portò da subito molti clienti, tanto che dopo un mese lo staff era composto già da nove persone. Tutti giovani ragazzi formati da noi. — e continua — Visto il successo, nel 2015 decidemmo di aprire un secondo punto a pochi km di distanza, il passaparola doveva aiutarci nell’avviamento e così fu. Entrambi ci concentravamo esclusivamente sulle pizzerie”.
Un approccio alla tradizione
Un listino che teneva conto della stagionalità, un impasto, studiato esclusivamente per il delivery! leggero, croccante, creato con le migliori farine 36 ore di lievitazione e bassissime percentuali di lievito. Una vera e propria svolta!
…Ma anche un approccio social
“Nel 2016 – racconta infatti a tal proposito Alessandro – dopo la seconda apertura decidemmo di entrare nel mondo social per cercare di far conoscere meglio il nostro mondo. Fu sempre nel 2016 e più precisamente un viaggio a New York che delineò il futuro del nostro progetto. La tecnologia che incontrai nella grande mela e successivamente in altri viaggi nella West Coast americana illuminarono il nostro percorso. Decidemmo quindi di assumere un programmatore freelance e di creare un gestionale con app personalizzata”.
Alessandro Facci e la sua intuizione
“L’app — specifica con cura Alessandro — doveva eliminare le attese telefoniche del cliente, doveva in poche parole semplificargli la vita, permettergli di ordinare comodamente da un divano dopo essere tornato da una massacrante giornata lavorativa in cui magari aveva risposto a mille telefonate di lavoro. Il tutto creato ad hoc secondo il nostro metodo di lavoro e soprattutto con un servizio personalizzato di consegna.
Una prima App di proprietà
“Affidarci ad esterni o a piattaforme preimpostate — chiarisce infatti Alessandro — non ci permetteva di avere un controllo totale sulla nostra filiera (intesa come percorso che passava dalla preparazione alla consegna nelle mani del cliente a casa). Impiegammo quasi un anno e mezzo di lavoro e al termine del 2017 eravamo l’unica pizzeria a Verona ad avere creato una app di proprietà”.
L’anno decisivo
Il 2018 fu invece l’anno decisivo. Quello più importante è di cui lo stesso Alessandro Facci ama infatti raccontare. “Quello del 2018 fu l’anno in cui decidemmo di allargare la nostra famiglia di pizzerie. Ma non era possibile avere il controllo delle produzioni senza un centro logistico dove gestire il tutto. Decidemmo quindi di rilevare una pizzeria in una cittadina di provincia, per suddividerla poi in una zona pizzeria e in una zona laboratorio di produzione”.
Il coronamento di un sogno
“Sempre lo stesso anno — racconta infatti Facci— coronammo anche il nostro più grande sogno con l’aiuto di due soci: l’apertura nel centro di Verona di Facci Pizza Delivery. Un punto vendita nuovo, il primo in Italia così automatizzato ed in cui un forno tecnologico a tunnel poteva eliminare l’errore umano. Un luogo in l’ordinazione da casa avveniva solo ed esclusivamente via applicazione privata e in cui il cliente ordinava in loco grazie ad un totem”.
Alessandro Facci: la modernità viaggia di gusto
“Con un servizio privato di consegna che viaggia su ebike e auto elettriche — aggiunge con simpatia Alessandro — una nostra ricetta e un merchandising che parte dal box pizza e arriva fino all’abbigliamento esclusivamente in stile street, ci facemmo subito notare. — e continua — Certo! Non fu semplice abituare il cliente a tutta questa tecnologia, ma il periodo peggiore per la ristorazione ci trovò pronti. L’avvento del Covid ha portato tutte le fasce d’età a trovare tempo e dimestichezza con l’utilizzo del telefono, dei social, dell’e-commerce e soprattutto delle app. Il tutto ci ha aiutato ad entrare nelle case e nelle preferenze dei clienti, anche se non dimentichiamo l’estrema difficoltà nell’organizzare le tantissime consegne, spesso da 1 o 2 pizze, vista l’impossibilità di incontrare amici o conoscenti.
C’è ancora speranza per i pizzaioli
“È stato un anno particolare – conclude dolcemente Alessandro Facci – ma dal quale possiamo trarre sicuramente spunti interessanti per organizzare al meglio il nostro futuro e prepararci a quello che sarà. D’altronde non sarà di certo una pandemia a fermare il nostro desiderio, e di tutti i pizzaioli italiani, di far conoscere al mondo il nostro meraviglioso prodotto”.
Alessandro Facci: un esempio di speranza
Per Alessandro Facci dunque non solo è una coraggiosa storia di svolta, di ripresa o di rinascita. Ma una storia di opportunità e di speranza che sa ben illuminare la necessità di saper far fronte alle difficoltà con un sempre maggior ottimismo, e di saper trarre da essere sempre il miglior risultato possibile.
s.g