Che sia bionda, rossa, ambrata… più beverina o meglio strutturata, la birra è ben più di una gustosa bevanda, ma una vera e propria cultura liquida dalla squisita tradizione che, fortunatamente, il Microbirrificio Okorei intende a tutti i costi portare avanti.
Microbirrificio Okorei: I barbari della birra!
Quella della birra è, di fatto, la saporitissima storia di una bevanda che per quanto possa apparire recente in Italia cela in realtà alle sue spalle un antichissimo passato nel mondo. Luca Mauriello, socio Okorei, questo lo sa bene e infatti a tal proposito ama infatti specificare: “Siamo dei barbari nel mondo della birra. – e continua – La cultura mediterranea non contemplava di certo la birra come bevanda e la prevalenza del vino sulle tavole era cosa ovvia. Ma ciò non dovrebbe essere considerato unicamente con accezione negativa. Il fatto di sentirci un po’ barbari in questo campo può essere in realtà un eccezionale vantaggio che, non vincolandoci ad alcuna tradizione in particolare, può farci godere dell’immenso privilegio di sperimentare”.
Il principio di tutto
La sperimentazione Okorei nasce infatti più di 7 anni fa. “In principio – racconta infatti Luca Mauriello – c’erano tre soci. Tre ragazzi accomunati dalla passione per la birra, e soprattutto, dalla voglia di fare qualcosa di bello”. Con un impianto costruito nel proprio garage e la golosissima voglia di poter produrre birra per amici e familiari, il nascente progetto Okorei tuttavia iniziò a crescere oltre ogni aspettativa. “Crebbe anche il numero di soci. – aggiunge a tal proposito Luca – Attraverso Alberto Mochetti, i primi corsi ADB ( Associazione Degustatori Birra ) in Campania e le prime esperienze all’evento “Pianeta Birra”, attuale “Beer&Food Attraction”, di soci ne diventammo infatti ben cinque e, uniti in cooperativa Banca Etica, decidemmo di attivarci ancor di più a diffusione e difesa di questa gustosissima cultura!”.
Uno squisito movimento culturale
Più che un microbirrificio dunque, quasi un movimento culturale! Quella Okorei sembra infatti essere una vera e propria filosofia. Una golosa corrente di pensiero basata su valori buoni nel vero senso della parola… per le papille gustative e non solo. “Non siamo connessi in alcun modo a finanziamenti legati ai “mondi brutti”. – spiega infatti Luca, e continua – Siamo una cooperativa di produzione e lavoro che desidera poter creare lavoro e, soprattutto, tessuto qui… nel nostro paese. Inoltre, in quanto realtà artigianale, non siamo legati a numeri o meccanismi specifici. Dietro ogni nostra birra c’è solo umanità, idee e liberissimo pensiero. Anche i nomi delle nostre birre rispecchiano infatti questa nostra così personale tendenza. Ogni birra ha un suo nome, la sua natura e il suo senso; e i nostri prodotti rimandano sempre, e rigorosamente, ad un immaginario umano, non di certo al fatturato o ad una generica richiesta di mercato”.
Microbirrificio Okorei: Birre e progetti in pentola!
C’è l’Amarilla dunque, ma pure la Tramalti, la Beermana, l’Ultra, la Nunenapils e la SantaSubito. Ma i progetti “in pentola” per Okorei sono ancora tantissimi. “Il periodo di fermo scaturito dall’epidemia di Covid ci ha sicuramente bloccato. – spiega infatti Luca – Ma ci ha anche spinto a guardare al futuro, ad andare avanti e a compiere tantissimi altri passi che ci condurranno non solo ad una nuova veste grafica, ma persino a un’efficienza di produzione maggiore, a progetti sia in fusti che in bottiglia e a produzioni one shot. Sicuramente – continua Luca – la nostra location, per quanto accogliente, ci va un po’ stretta e un altro obiettivo futuro sarà senz’altro quello di spostarci e ingrandirci. E perché no, realizzare anche un birrificio con una sala degustazione più grande e magari continuare con progetti già avviati, come ad esempio quelli attivati con scuole e teatro, ma in formato più grande”.
Passi in avanti!
Quello attuale è un momento storico particolarmente cruciale. La cultura del vino, infatti, domina senz’altro incontrastata. Ma la consapevolezza legata al mondo della birra artigianale sta indubbiamente compiendo degli squisiti passi in avanti, così come la formazione e l’informazione a riguardo. “Certo il vino è cultura e radici in Italia. – spiega Luca Mauriello– Ma come trent’anni fa, entrando in una trattoria, si poteva contare solo sui vini della casa e non sulla ben più estesa e attuale carta dei vini. Un passo in avanti del genere, nel giro di qualche anno, potrebbe essere fatto anche nel mondo delle birre”.
Okorei: Cultura ed evoluzione!
Non più una bionda nazionale generica dunque, ma cultura, evoluzione, e soprattutto specificità. La squisita cultura brassicola sarà veramente tutta da scoprire, conoscere e soprattutto… felicemente da bere! Parola di Okorei.
s.g