Le varianti regionali della pizza da nord a sud
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Le varianti regionali della pizza da nord a sud

Il Giro d'Italia alla scoperta della pizza

Le prime due varianti regionali della pizza che ci vengono in mente sono sicuramente la pizza napoletana e la pinsa romana. Rispettivamente una soffice e morbida, tonda e coi bordi alti, l’altra sottile e croccante, leggermente allungata. Ma quante altre versioni della pizza esistono in Italia? Proviamo a fare un viaggio di regione in regione…

La pizza al tegamino è un’esclusiva specialità di Torino, che si potrebbe far risalire a fine 800. Viene cotta in forno, in un apposito padellino di alluminio. La lievitazione consiste in due fasi: la prima di 3 o 4 ore, la seconda, invece, avviene nel tegamino, dove l’impasto steso si lascia riposare per circa 12 ore. Il fondo della pizza risulta molto croccante, grazie all’olio d’oliva posto sul fondo del padellino durante la cottura ad alte temperature in forno. 

Le varianti regionali della pizza da nord a sud
Credits: Agrodolce

La pizza alla monzese ha la particolarità di essere preparata con lo zafferano, che conferisce all’impasto di base un gusto leggermente diverso dalla pizza convenzionale. Gli ingredienti in topping sono salsiccia sbriciolata, grana, stracchino, cipolla e pepe nero. 

La pizza lombarda, invece, è un misto di farina 0 e farina di grano saraceno. È stata ideata nel 2019 dal pizzaiolo Gegè e Anna Moroni con la collaborazione di Davide Mengacci durante una puntata della trasmissione “Ricette all’italiana”. Il condimento è una novità molto interessante: asparagi bianchi, pere caramellate, mozzarella, cannella e gorgonzola.

La pizza veneta è stata presentata dal padovano Gianni Calaon al Campionato Mondiale della pizza a Parma nel 2018. La pizza è stata realizzata con soli ingredienti veneti e a km0. Nell’impasto farina di grano Timilia padovana, farina “Due Passi” del Consorzio Agrario del Nordest e farina di canapa. A condire naturalmente la porchetta veneta, carciofi di Sant’Erasmo, crema di formaggio di pecora stagionato di Vicenza e gelato al pecorino. 

La piadizza o pidaza si potrebbe considerare una variante regionale dell’Emilia-Romagna ed è una piadina condita come una pizza, naturalmente senza lievitazione e pronta in due minuti. Semplicemente, la base di piadina viene condita come una normale pizza e con qualsiasi ingrediente si voglia. La pidaza è un marchio registrato di “Pida e Pidaza”, locale nato nel 1992 a Gatteo a mare, in provincia di Forlì Cesena, dove fu creata come alternativa alla piadina tradizionale. 

La pizza Rossini il nome dal celebre cantautore marchigiano Gioacchino Rossini e nasce a Pesaro come alternativa alla pizza tradizionale: la base è margherita, ma gli ingredienti innovativi sono uovo sodo e maionese! La pizza Rossini è stata cucinata per la prima volta alla pizzeria-pasticceria Montesi di Pesaro nel 1960 circa ed è una pizza di piccole dimensioni, servita come pietanza da aperitivo. Inizialmente veniva preparata appunto sotto forma di pizzetta a mo’ di tramezzino o tartina, con uovo sodo e abbondante maionese.

Le varianti regionali della pizza da nord a sud
credits: Pizzium

In Sardegna troviamo invece S’Anguli ‘e cibudda, un piatto di origine povera tipico dell’Ogliastra. La preparazione è molto semplice: tagliare piccoli pezzi cipolle, zucca (o zucchine) e pomodori freschi e aggiungere formaggio salato, olio d’oliva, lardo di maiale e poco sale. A questi ingredienti si mescolano 2 cucchiai di farina e si impasta a mano e poi si cuoce in forno (possibilmente a legna). 

In Sicilia, invece, lo sfincione palermitano rappresenta una saporitissima variante della pizza, più alta e soffice, condita con pomodoro, cipolle, origano, acciughe e caciocavallo.

a.t.

 

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