Leggendo accanto al nome di una pizzeria il suo anno di inaugurazione capita anche a voi di immaginare la vita di quell’epoca? Fantasticare sulle auto di una volta, sull’abbigliamento e su quale potesse essere l’aspetto della città, del paese, del quartiere che la ospita? È sempre affascinante confrontare il lavoro della nostra immaginazione con il racconto di storie di famiglia, di artigiani della pizza che hanno iniziato a vendere i loro prodotti per strada scommettendo su un mestiere divenuto ora così apprezzato. Pensare al 1956 porta la mente agli anni che hanno segnato il boom economico, alla comparsa della televisione ma anche ad una Napoli romantica ed a quartieri che ora conosciamo per ciò che sono e che un tempo avevano un’altra valenza. Questa è la storia dell’Antica Pizzeria da Gennaro.
Il 1956 e il carretto delle pizze a Bagnoli
“La nostra storia è iniziata grazie a mio nonno, che da Secondigliano veniva a Bagnoli: a quell’epoca questa era considerata una zona “in”, un bel quartiere di Napoli dove venire a trascorrere le vacanze. Il nonno partiva con il suo carrettino per vendere pizze fritte e fritti per i bagnanti del lido. Con il tempo il lavoro è aumentato al punto da fargli decidere di aprire una pizzeria proprio qui a Bagnoli” ci racconta Fabio Cristiano, terza generazione della famiglia, ora volto e anima dell’Antica Pizzeria da Gennaro dal 1956, situata proprio in questo quartiere di Napoli che da un lato conduce allo stadio e dall’altro per l’appunto al mare. Un locale storico che incarna in pieno il concetto di “pizzeria di quartiere” e che ora può tornare ad accogliere i propri affezionati clienti anche negli spazi interni: “Stiamo vivendo questi giorni come una vera e propria rinascita, ci sentiamo come risvegliati da un lungo letargo. Abbiamo lavorato tanto e bene anche nel periodo del primo lockdown e della successiva chiusura per siamo ben attrezzati per l’asporto, ma il servizio al tavolo ha sempre il suo fascino e poter ripartire è emozionante”.
La terza generazione di pizzaioli
Una storia così affascinante, che parte da lontano, lascia presagire un lungo rapporto d’amore con la pizza e il mestiere di pizzaiolo, ma per Fabio il percorso di avvicinamento è stato un po’ più tortuoso: “Non sono entrato in pizzeria di spontanea volontà, sono stato forzato da mio padre dopo una bocciatura a scuola. Decise che avrei dovuto lavorare ma soprattutto imparare l’importanza del sacrificio, e per questo motivo partii facendo il lavapiatti. Sera dopo sera mi sono innamorato di questa arte e ho cercato di meritarmi ogni piccola conquista poiché mio padre era all’antica e non regalava nulla. È stato un insegnamento duro ma decisivo per farmi amare la pizza e diventare un pizzaiolo” ci confida con emozione Fabio.
La moderna pizzeria di quartiere
Una sala, un incredibile lavoro con l’asporto, prezzi popolari: l’Antica Pizzeria da Gennaro è la classica, solida pizzeria di quartiere. Un luogo però che ha saputo cogliere le esigenze dei propri clienti, sempre più interessati ad una “nuova” pizza, per proporre impasti di grande qualità. Il periodo di studio su farine e lievitazione ha portato Fabio a decidere di dar vita anche ad uno spazio dove insegnare il mestiere a ragazzi che vengono da tutto il mondo. Nel suo rinnovato locale si tengono corsi in una saletta con forno a parte e poi si lavora a cominciare dai fritti, senza tralasciare la ricerca dei prodotti, una condizione ormai indispensabile per qualsiasi pizzeria dopo la rivoluzione degli ultimi anni. “Penso alla pizza in ogni istante, e ci penso a 360° senza tralasciare nessun aspetto: dedico molto tempo alla mia scuola per tramandare un’arte in costante evoluzione”. Parola chiave nella filosofia di Fabio che ha saputo rendere moderna la sua pizza: “Sono partito dalla tradizione più autentica imparando a preparare l’impasto senza bisogno di pesare gli ingredienti, andando ‘ad occhio’ cosa impensabile per tanti pizzaioli d’oggi. Ma guardo sempre al futuro, perché la tradizione è un punto di partenza fondamentale dal quale partire per cogliere l’essenza dei cambiamenti. Al tempo stesso però non dimentico mai di dare uno sguardo anche indietro, al passato, per ricordarmi sempre dove ha avuto inizio la storia della mia famiglia”.
l.s.