Pagare la pizza in criptovaluta? Ora si può!

Pagare la pizza in criptovaluta? Ora si può!

Le nuove tecnologie, favorite dai progressi della crittografia (l’applicazione di metodi che servono per rendere un messaggio comprensibile solo a persone autorizzate a leggerlo) e dalle evoluzioni della rete internet, stanno determinando un cambiamento radicale nell’economia globale, con particolare riferimento al settore finanziario, sotto il profilo delle modalità di scambio di beni, servizi e ogni attività finanziaria. Tra le più significative applicazioni della tecnologia digitale al settore finanziario spicca la nascita e la diffusione delle criptovalute (o “valute virtuali”), la più nota delle quali è il bitcoin”.

 

La definizione di criptovaluta disponibile sul portale della Consob (Commissione Nazionale per le Società e la Borsa), l’organizzazione responsabile per il nostro paese della vigilanza dei mercati finanziari è la miglior introduzione possibile per parlare dell’ennesima novità nel mondo della pizza, una scelta fatta da alcuni pizzaioli (un numero sempre crescente) per essere al passo con lo sviluppo economico e tecnologico della nostra epoca. È ora possibile infatti acquistare la pizza in criptovaluta, ossia monete digitali che consentono di fare acquisti come con i soldi tradizionali. Una scelta fatta prima negli Stati Uniti ed ora anche da alcuni “artigiani” della pizza del nostro paese. 

 

Tra le tante monete digitali conosciute la più diffusa è sicuramente il Bitcoin, ideato nel 2009 e la cui valutazione è di ben 47.000 euro per singola moneta. A prescindere dallo scetticismo di chi ha poca fiducia in questi nuovi strumenti, c’è da sottolineare come oramai le criptovalute si siano affermato in ambito finanziario da tempo. Ma dove si può mangiare nel nostro paese una pizza pagando con bitcoin? Ad Oneglia, uno dei due principali centri abitati della città di Imperia, in Liguria, c’è infatti una pizzeria al taglio situata nel centro storico e gestita da Rudy Gerbore, che converte istantaneamente la valuta digitale in euro in base al cambio corrente.

Gerbore ha spiegato la sua scelta: “Cerchiamo sempre di seguire le novità e il futuro che sta arrivando. Secondo me è arrivato il momento di cominciare ad accettare le criptovalute. Noi abbiamo cominciato per ora solamente con i Bitcoin, ma vediamo come si evolve il mercato”. Il suo però non è un primato assoluto per l’Italia: anche a Napoli infatti, in alcune pizzerie, è possibile pagare in criptovaluta la pizza, ad esempio da Gigi Sorbillo che ha dato tempo deciso di accettare nel suo esercizio il pagamento in Bitcoin grazie alla collaborazione con l’associazione “Napoli Blockchain Ets”.

l.s.

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