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Bianchini: aprire dal 6 aprile? questione di sopravvivenza!

Non una provocazione e nemmeno un atto dimostrativo: è sopravvivenza! Il presidente Mio Italia vuole aprire dal 6 aprile 2021!

Non un atto dimostrativo, non una provocazione. “ È solo una questione di sopravvivenza” spiega il presidente di Mio Italia, Movimento imprese ospitalità (Mio) Paolo Bianchini. A partire da martedì 6 aprile 2021 pare, infatti, che ben 1.200 ristoranti, pub birrerie, pizzerie in tutta Italia, di cui solo 300 a Roma e nel Lazio, apriranno i propri locali sia  per pranzo che per cena.

Per Bianchini è questione di sopravvivenza 

“Non è una provocazione, né un atto dimostrativo, ma una questione di sopravvivenza”  annuncia Paolo Bianchini. Appoggiato da un nutritissimo gruppo di piccoli imprenditori del comparto dell’ospitalità a tavola (Horeca) associati a Mio Italia, Bianchini inoltre aggiunge: “Da un anno i piccoli imprenditori dell’ospitalità a tavola sono costretti a chiudere, aprire e chiudere, in contrasto con le evidenze scientifiche, senza prospettive, programmazione, piani di rilancio, indennizzi ragionevoli, interventi sui costi fissi. Nulla. Non sono più padroni del presente e del futuro e di quello delle loro famiglie. Con l’ultimo decreto Sostegno è stata inoltre prevista una elemosina, fra l’altro in arrivo dopo il 10 aprile”.

L’Associazione: le criticità sono molte

Anche i vertici dell’associazione osservano le criticità e si esprimono a riguardo: “ Nel frattempo, prosegue lo stillicidio di fallimenti e continuano ad arrivare gli sfratti esecutivi e le convocazioni in tribunale. Il Paese, come conseguenza delle decisioni scellerate della politica, sta perdendo, una dopo l’altra, aziende importanti che complessivamente creavano il 30 per cento del Pil”.

Bianchini: È il collasso del Made in Italy 

A tal proposito, infatti, Bianchini aggiunge: “Lo Stato assiste inerme e irresponsabilmente al collasso dei prodotti Made in Italy e del settore della distribuzione, esposto finanziariamente con gli istituti bancari proprio a causa dei blocchi al comparto Horeca e dei conseguenti crediti deteriorati. Nessuno di noi ha più nulla da perdere. Di fronte al funerale certo di bar, ristoranti, pizzerie, pub, il direttivo di Mio Italia domenica 21 marzo s’è riunito per deliberare l’unica opzione possibile, una scelta obbligata: andare contro le norme e aprire, seguendo tutte le misure anti-Covid, ma aprire. A pranzo e a cena. Sempre”.

Non solo ristoranti…

Ad unirsi alla protesta, pare dunque ci saranno anche i titolari delle fraschette, i più tipici locali per gli  amanti della porchetta! Anche loro, infatti, assicurano che rimarranno aperti  sia aperto a pranzo che a cena dal 6 aprile.

“Siamo esasperati”

Anche Enrico Guidi, presidente di Mio Umbria – il movimento che raggruppa tutte le imprese legate al mondo dell’ospitalità della regione- si espone a riguardo:  “Ci sta crollando tutto addosso, ormai non abbiamo più nulla da perdere. (…) la situazione è drammatica e il settore è fermo ormai da mesi, gli imprenditori sono esasperati”.

Un’azione figlia della difficoltà 

È proprio figlia dell’esasperazione dunque  la decisione di aderire all’iniziativa deliberata domenica dal direttivo Mio Italia. Andare contro le disposizioni e aprire, ovviamente nell’osservanza di tutte le misure anti-Covid, pare infatti ormai un provvedimento più che necessario. Così dimostrano, infatti, le tantissime adesioni che il movimento sta registrando in Umbria da quando l’iniziativa ha iniziato ad essere pubblicizzata sui canali social.

Anche Ferdinando Parisella interviene

Anche il segretario nazionale del Mio Ferdinando Parisella incalza: “Eppure è così semplice da capire che qualunque attività, per coprire i costi fissi, ha bisogno di ricavi. L’affitto come lo paghi? E c’è tutti i mesi. Lo capiscono anche all’asilo Mariuccia. Le utenze, come le paghi? I contributi? Le tasse locali e nazionali? Oppure si vuole far credere che un contributo da elemosina che arriverà ad aprile possa sostenere il tutto? Qui si chiede di lavorare per onorare gli impegni. Con i “protocolli di sicurezza” adottati dal primo giorno di riapertura nel maggio 2020”.

Danni ingenti e difficilmente recuperabili 

I danni, come lo stesso Parisella conferma, sono estremamente ingenti e difficili da recuperare. A tal proposito infatti il segretario nazionale Mio aggiunge: “Ricordo a tutti che dalla fine di ottobre 2020, quando aperti, siamo stati chiusi la sera! I danni ormai sono noti, tutto il comparto dell’accoglienza, compresa la filiera, vuole solo tornare a lavorare per non peggiorare ancora di più la vita di milioni di italiani con le loro famiglie”.

Una situazione complessa

Una situazione complessa indiscutibilmente, avvilente, e soprattutto triste. Un’azione che per quanto dettata dal più triste sconforto non può però che denotare una forte carica di positività e normalità. Le modalità forse saranno da discutere, ma gli intenti… sicuramente no.

s.g

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