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Nino Minissale: il vero vincitore dell’Ariston

Il festival di Sanremo si è concluso, ma  i suoi riflettori hanno appena illuminato un altro protagonista d’eccezione: è Nino Minissale, con la sua pizza,  il vero vincitore della gara 

Tra originalissime performance, vere e proprie sfilate di moda, meme e pettegolezzi di ogni genere,  il celebre Festival di Sanremo riesce ancora a rendersi  tema portante di una fittissima comunicazione che però, proprio in questi giorni, riesce a puntare i suoi riflettori su di un altro protagonista d’eccezione: Nino Minissale.

Nino Minissale: il pizzaiolo dell’Ariston

Denominato “il pizzaiolo imbruttito”, ma anche noto come “il messinese” o “il siciliano”, è Antonino, detto Nino, Minissale il vero protagonista indiscusso dell’Ariston. Sono proprio di Nino Minissale infatti le delizie gastronomiche che hanno potuto confortare e coccolare artisti e tecnici della competizione. Ma partiamo dal principio…

Una storia particolare

La storia di Nino Minissale è una storia particolare che parte da Messina e che arriva fino alla Toscana. A tal proposito, infatti,  il pizzaiolo messinese racconta: “Vendevo a Messina materiali per scuola e ufficio. Quattro anni fa, poi, decisi di chiudere il mio Cartaufficio e intraprendere un sogno: quello della cucina, che mi ha cambiato la vita. Iniziai facendo un corso da Enzo Piedimonte, pizzaiolo napoletano che da quindici anni ha una pizzeria a Messina ed è responsabile tecnico dei Molini Riggi, l’azienda di Caltanissetta per la produzione di grani siciliani antichi e ricercati. Piedimonte mi ha aperto un mondo, divenni il suo assistente e il pizzaiolo e tecnico per la Toscana di Molini Riggi. Tre anni fa mi trasferii in Toscana e da allora mi divido tra queste due terre che amo e che oggi mi aprono le porte di Casa Sanremo”

La svolta di Nino

Una svolta decisiva, drastica e fortunata dunque, quella intrapresa da Nino. Una svolta che per quanto audace ha sicuramente saputo premiare estro e abilità di un coraggioso mastro pizzaiolo.

“È una fortissima emozione – spiega Minissale – Decidere a 40 anni di cambiare vita significa reinventarsi totalmente ed è un grande rischio, ma Sanremo è un grande tassello che mi inorgoglisce molto e mi rende sicuro della scelta compiuta. Grazie ai miei sforzi e a quelli della mia compagna ce l’ho fatta”.

Il destino di Nino Minissale 

Il destino, è risaputo, è curioso e i due compagni  uniti nella vita, sono stati  riuniti con amore anche in questa nuova  esperienza. Nino Minissale, infatti, arriva a Sanremo esattamente dopo diciassette anni dall’arrivo della sua compagna, Giada Masoni, corista di Stefano Picchi, con la canzone Generale, nel 2004.

Nino Minissale: una fortunatissima unione

Minissale a tal proposito racconta: “Lei è un’artista straordinaria, ha realizzato diversi dischi di musica dance ed è stata per più di 15 settimane al primo posto in Inghilterra. Sebbene mi trovo a Sanremo non per cantare ma per cucinare, ci accomuna il nostro arrivo durante un anno particolare per il Festival. Nel 2004 le case discografiche boicottarono il Festival, non inserendo molti nomi celebri, per questo parteciparono per lo più cantanti semi-sconosciuti e big e nuove proposte si contesero un unico premio. Per motivi diversi anche il mio Festival è un Saremo sui generis, il Covid ha abbassato i budget e non permette, purtroppo, al pubblico di partecipare. Per la mia vita, però, è un segnale di speranza”.

Una nuova gioia 

Una grande gioia dunque, ma anche una grande sorpresa quella per il pizzaiolo messinese. Un vero e proprio segno di positività in un periodo particolarmente difficile di cui lo stesso Nino racconta:

Un periodo difficile 

“Ero a casa da tanto, ero solito fare eventi di street food nelle ville, nella piazze, ma da un anno è tutto fermo. Doveva partire, inoltre, il progetto di una pizzeria a Livorno ma anche questo è stato frenato e non so per quanto. Sanremo ha per me un’importanza enorme, ancora di più perché nell’anno del Covid e spero possa essere di buono auspicio per i miei progetti futuri”.

Progetti e iniziative in cui cui lo stesso Nino vuole radicare impegno e cultura.

La cucina di Messina 

“Porto ovunque la nostra cucina, pitoni e arancini – spiega Minissale- Messina è il mio vanto, la mia compagna dice che sono campanilista, parlo sempre e solo di Messina e delle sue qualità. Poi, quest’anno, il fatto di non poter scendere neanche a Natale mi ha davvero fatto soffrire. Mi manca la mamma, la casa, il mare. Nonostante tutti i problemi, Messina è sempre Messina e  ne conosco il valore e mi riempie di fierezza”.

E così, proprio come Minissale si riempie di fierezza per Messina, Messina… e non solo, si riempie d’amore per lui.

s.g

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